Una voce della Memoria

Il toccante canto di una preghiera ebraica che si affratella al Padre Nostro cristiano: a far vibrare con le note della sua voce i cuori dei liceali presenti, il soprano Selma Pasternak, la quale, oltre adiscendere dalla famiglia del noto romanziere russo autore del Dottor Živago, ha avuto il nonno paterno protagonista di una vicenda inserita all’interno del dramma della Shoah.

Nella Giornata della Memoria i nostri studenti hanno ascoltato con commozione il racconto della tragedia che si abbatté su quest’uomo, affermato medico praghese la cui unica irreparabile colpa, agli occhi dei suoi aguzzini nazisti, era di essere ebreo. Fu così che la vita del dottor Pasternak e della sua famiglia fu travoltae sconvolta finendo da una condizione felice e agiata (all’interno di una stirpe amante delle arti e nota per la sua generosità nell’aiutare il prossimo) nell’inferno del campo di concentramento di Terezin, la cui tragica e terribile realtà veniva abilmente mascherata facendolo apparire all’opinione pubblica come luogo di amena villeggiatura. Selma Pasternak, ripercorrendo quelle dolorose memorie, ha rivissuto i patimenti fisici e psicologici delle vittime della follia nazifascista, commuovendosi in particolare quando ha ricordato il destino di un gruppo di bambini prigionieri ai quali fu concessa l’illusione di allestire uno spettacolo teatrale, prima di terminare la loro giovane vita nelle camere a gas di Auschwitz. Dentro la tragedia della guerra e dell’Olocausto lanipote ha voluto però anche testimoniare i gesti di amore del suo antenato: il suo prodigarsi per i malati del campo di detenzione, il suo mai sopito anelito alla libertà e alla fratellanza, il suo invito anon odiare mai. Fino a quando giunse inaspettatamente per il dottor Pasternak l’occasione della salvezza: egli, fingendosi affetto da una misteriosa e pericolosa patologia infettiva e fingendo che tale morbo avesse contagiato molti dei deportati da lui conosciuti a Terezin (di cui egli stilò una lista, come il più celebre Oskar Schindler), ottenne di poter essere rinchiuso coi presunti malati in un sanatorio, dove i nazisti speravano che gli stenti e il decorrere della malattia facessero il loro triste mestiere. Non fu però così: grazie all’aiuto dei partigiani, attraverso una galleria sotterranea Pasternak e gli altri prigionieri riuscirono a fuggire; per merito di questo straordinario episodio, il dottor Pasternak è stato inserito nel novero dei “Giusti tra le nazioni”. Alla testimonianza della nipote di questo eroe moderno sono poi seguite molte domande degli studenti presenti, ai quali èinteressato soprattutto comprendere come Selma e la sua famiglia abbiano saputo coltivare e anche accettare questa dolorosa memoria e come abbiano rielaborato tale tragedia. “Nell’amore” ha risposto la dottoressa Pasternak, citando tanti episodi legati al suo passato nei quali i suoi genitori le hanno sempre trasmesso il senso dell’ospitalità, dell’apertura agli altri, della pace.

Grazie, signora Selma, per la sua lezione di storia e di vita.

prof. Gabriele Ragogna