I martedì del Consiglio di Direzione e la comunità bertoniana
Il 5 ottobre si celebra in tutto il mondo la Festa degli insegnanti, istituita nel 1994 per volontà dell’UNESCO al fine di valorizzare la professione dei docenti, incoraggiare il loro lavoro e sensibilizzare l’opinione pubblica sul loro contributo al progresso della società.
Socrate affermava che l’insegnante mediocre racconta, il bravo insegnante spiega, l’insegnante eccellente dimostra, il maestro ispira.
E la scuola di oggi? A quale modello di insegnante aspira?
«Si è sempre fatto così »: e la società è bloccata di Umberto Folena (Avvenire, 1 dicembre 2019)
È comodo trincerarsi dietro un Abbiamo sempre fatto così: il noto rassicura, evita scossoni e ci lascia tranquilli. Una volta costruito il proprio bozzolo, il posto di lavoro, il ruolo, la mansione, la direzione di qualcosa investono ogni energia per conservarla così com’è, e ogni novità è una minaccia.
Sì, la maggior parte della gente è conservatrice ed è invece sullo spirito d’iniziativa che riflette l’editorialista Umberto Folena accostando l’immagine di ogni struttura di uomini (quindi anche o soprattutto la scuola) a quella della bicicletta: se la bicicletta sta ferma, cade. Per stare in piedi deve muoversi, ora lenta ora veloce. Ma muoversi!
Non confondiamo, dunque, la creatività con l’anarchia e l’inventiva con il disorientamento: apriamoci al nuovo, usando il discernimento.
Il dopo Covid è un’occasione per rilanciare la scuola di Mauro Magatti (Corriere della Sera, 23 settembre 2020)
Al di là di tutte le sterili polemiche sulla riapertura della aule dopo l’estate, una certezza ci appartiene: il covid, dopo anni di trascuratezza, ha riportato alla ribalta la scuola al punto che, dentro le linee guida approvate dal governo per il Recovery Plan, istruzione e formazione costituiscono una delle sei macro aree su cui si intendono spendere le risorse in arrivo dall’Europa.
I propositi sono lodevoli, ma la realtà è un’altra: come un aereo, una società avanzata si regge solo su due ali, l’infrastruttura tecnica e la qualità delle persone e in questo abbiamo accumulato un grave ritardo.
Il sociologo Magatti, dati alla mano, ci mostra un’Italia in rincorsa: siamo ancora lontani da un livello accettabile di efficacia del percorso scolastico.
Manca al nostro Paese la consapevolezza della complessità che caratterizza l’odierna vita sociale: quella culturale, quella relazionale, quella delle enormi quantità di informazioni a cui siamo esposti, quella tecnologica; manca, soprattutto, una solida formazione di base e i necessari percorsi di aggiornamento per colmare lacune e migliorare.
Magatti non ha dubbi: se l’Italia oggi arranca e perché, dopo il grande salto compiuto con l’introduzione della scuola pubblica universale, ha smesso di investire nelle persone. Ora, la crisi del covid ci porta a un bivio: o si sarà capaci di cambiare strutturalmente la rotta oppure il sistema scolastico, e non solo, collasserà.
Come Folena, anche il sociologo ci incoraggia ad aprirci al nuovo senza preoccuparci di avere tutte le risposte non rinunciando, piuttosto, a porci domande ambiziose: come andranno ripensate le scuole per diventare polmoni diffusi di conoscenza? Come andrà riqualificato ruolo docente affinché possa tornare a essere una figura di riferimento in grado di accompagnare le nuove generazioni a misurarsi con un mondo tanto complesso? Quali forme dovrà assumere un sistema organizzato efficace di formazione continua, pilastro mancante nell’idea novecentesca d’istruzione.
Il docente: un’idea in continua trasformazione di Rosalba Perini (Progetto TRE-SEI Gulliver n.195, Anno XX, p. 1)
Professionista a tutto campo di tecnologie informatiche, di Dad, di inglese di economia e di discipline curriculari; un tuttologo in continua trasformazione: ecco la nuova figura dell’insegnante.
Certo, l’idea di insegnante oggi non può non essere in linea con i tempi complessi della contemporaneità e rispecchiare le evoluzioni culturali, le discrepanze economiche, i mutamenti dettati da nuove tecnologie che caratterizzano la nostra società con tutte le emergenze del momento, ma pare sfuggire un dato importante: quale valenza attribuiamo a quei tempi distesi per l’accoglienza e la cura dei nostri ragazzi?
Essere o avere? La dottoressa Perini non ha dubbi: l’educatore si occupa dell’essere. Dell’essere in quanto sé autentico, affinché ciascuno possa “essere”.
L’aspetto significativo della professione d’insegnante è possedere la consapevolezza che ciò che conta è il successo dell’altro e il grande scopo consiste nel sostenere l’altro a realizzarsi.
Ed è proprio da una forte motivazione altruistica che può formarsi l’identità professionale dell’insegnante.
Urge sì, dunque, un curriculum forte, articolato e robusto, ma che sia innestato sulla pedagogia dell’ascolto e della narrazione.
I Dieci Comandamenti dell’insegnante di Mario Ferrari (Relazione al XVII Convegno U.M.I, Milano 2003)
- Abbi interesse per la tua materia.
- Conosci la tua materia.
- Conosci i modi secondo i quali si impara: il miglior modo per imparare qualsiasi cosa è scoprirlo da soli.
- Cerca di leggere sul viso degli studenti, cerca di capire le loro aspettative e le loro difficoltà; mettiti al loro posto.
- Dai loro non soltanto informazioni, ma anche il “saper-come”, attitudini mentali, abitudine al lavoro metodico.
- Fai loro imparare ad indovinare.
- Fai loro imparare a dimostrare.
- Cerca quegli aspetti del problema in questione che possono essere utili per problemi futuri, cerca di mettere in evidenza lo schema generale che sta dietro la situazione concreta presente.
- Non rivelare subito tutto il tuo segreto, fallo indovinare dagli studenti e prima di dirlo, fa loro scoprire da soli quanto è possibile.
- Suggerisci, non forzare.
A martedì prossimo!
don Pasquale Cavallo
Fratel Adriano Baldo
prof. Gabriele Ragogna
prof.ssa Antonella De Bortoli
prof. Max Fassetta
prof.ssa Giovanna Zanella
prof.ssa Maria Simonini